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Aspettando il cammino di Francesco… un Tempio di pace al Terminillo

Tempio Votivo san Francesco Terminillo

La rubrica Aspettando il Cammino di Francesco è giunta al quarto appuntamento.  Il percorso virtuale conduce al Tempio di san Francesco al Terminillo custodito dalla “Fraternità monastica della Trasfigurazione”. Padre Mariano Pappalardo è la guida di un viaggio tra storia e spiritualità.

“Templum Pacis Sancto Francisco Italiae Patrono dicatum”, così si legge sull’architrave d’ingresso del Tempio di San Francesco al Terminillo. Tempio della pace, dedicato a San Francesco Patrono d’Italia. Era terminata da pochi anni la seconda guerra mondiale che aveva portato distruzione e morte e aveva dilaniato il territorio italiano ed europeo, lasciandosi alle spalle milioni di vittime, cumoli di macerie e pagine di storia di efferate violenze e nefandezze. Giunto al Terminillo nel 1948 P. Riziero, frate minore conventuale, riconosce la necessità di creare nel centro d’Italia un tempio dedicato alla Pace come auspicio e come monito per l’avvenire. Un tempio che al centro d’Italia ricordasse a tutti  la necessità di operare e costruire insieme  un mondo che fosse sempre aperto ad un futuro di bene. Di quanta pace ancora oggi ha bisogno il mondo e la storia: a partire da noi stessi. La pace è assunzione di un approccio alle cose e alle persone con una logica e uno stile nuovo, diverso: sobrietà, essenzialità, autenticità, mitezza, semplicità, coinvolgimento e rispetto. San Francesco proclamato patrono d’Italia qualche anno prima della guerra (1939) emerge agli occhi di tutti nella sua qualità di uomo pacifico e pacificato, testimone e  maestro di pace, esempio per chiunque della pace voglia essere costruttore. Incarnazione della radicalità evangelica, Francesco ci provoca a custodire il dono della Pace offerto dal Risorto e ci stimola ad adoperarsi perché la pace rimanga il fine ultimo di ogni relazione personale e sociale, politica ed economica, spirituale e interiore. La reliquia del santo di Assisi custodita nel tempio di Terminillo, rimane per tutta la Valle Santa e per l’Italia intera faro e riferimento anche nella situazione così difficile che stiamo vivendo a causa della pandemia. Questo tempo di silenzio, di relazioni rarefatte, di rapporti a distanza, possa aiutarci a riscoprire  il desiderio della pace, per ritrovare le giuste armonie che permettono di esprimere la bellezza custodita in ogni essere vivente.

Immerso nella natura, il Tempio terminillese permette di riscoprire quella pace che il creato stesso offre a ciascuno di noi e di cui San Francesco ne è stato il cantore.  Fin dall’esterno del Tempio il tema della creazione campeggia sul  mosaico che decora la campata che sovrasta la statua di San Francesco che, con le braccia allargate accoglie ogni pellegrino, ricordando l’incipit della Scrittura “In principio Dio creò il cielo e la terra”.  Entrati in chiesa, accolti dalla penombra, si viene avvolti  dal mosaico absidale che richiama l’esplosione iniziale della creazione. Un vortice di cielo che via via si allarga  e coinvolge il pellegrino per ricordare che ognuno è bellezza creata, parte dell’amorevole opera con cui Dio dà forma all’universo. Ognuno è un tassello indispensabile per decifrare il progetto d’amore di Dio per ogni uomo e l’intera umanità. Chi guarda viene quasi risucchiato dai cerchi concentrici  e dai giochi di colori (azzurri e turchesi, miscelati a bianchi, gialli, rossi e oro) che riportano alla pace originaria dalla quale ognuno è sgorgato.

In quel vortice si può ritrovare  il senso delle cose, le giuste priorità e cercare di rimettere ordine per recuperare armonia in noi e attorno a noi, per intraprendere il cammino carichi della pace necessaria per affrontare le tempeste che a volte si scatenano lungo il cammino della vita. Quell’armonia di cui il creato è riflesso e di cui Francesco ne ha tessuto le lodi si ritrova nelle vetrate istoriate che narrano descrittivamente il Cantico delle creature. Quel canto aiuta a ritrovare le proporzioni che sono la prima via per ritrovare la pace e la relazione fondante, quella tra : l’ “altissimo, onnipotente bon Signore”…. e noi  fatti  “poco meno degli angeli” capaci di entrare in comunione con Lui, capaci di continuare a farci voce di ogni creatura per lodare e ringraziare, per cogliere l’identità eucaristica dell’intero universo che riempie di senso il mondo e la storia.

Per chiunque cerchi la pace, c’è un tempio in cui assaporarla!

Padre Mariano Pappalardo

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