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Frate Gaspare Pasquali vescovo di Rieti

Basilica inferiore Rieti

Nativo di Montereale, maestro di sacra teologia nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, dal 1589 frate Gaspare Pasquali OFM era vescovo di Ruvo di Puglia quando, nel 1604, fu chiamato a reggere la Diocesi reatina.

Il suo episcopato, durato fino al 1612, anno della sua morte a settantacinque anni di età, fu caratterizzato da un’assidua pastorale e da una scrupolosa amministrazione.

Nelle Diocesi che gli furono affidate, fu assiduo promotore dell’attività laicale organizzata attraverso l’istituzione di confraternite.

A Rufo di Puglia, istituì la Venerabile Arciconfraternita della Madonna del Carmelo, a cui aderirono ben 141 confratelli tra cui una cinquantina di religiosi.

All’Arciconfraternita fu affidata la chiesa di San Vito, con l’obbligo di provvedere alle necessarie riparazioni.

Lo Statuto approvato dal vescovo Pasquali nel 1604, poco prima del trasferimento a Rieti, prevedeva che il pio sodalizio si occupasse di visitare i carcerati, assistere i malati e raccogliere in città ed in campagna le elemosine destinate alla gestione del Monte di Pietà. L’Arciconfraternita della Madonna del Carmelo si impegnò particolarmente nell’organizzazione dei riti della Settimana Santa, dotandosi di statue processionali di raffinata fattura.

A Rieti, la felice esperienza fu replicata dal vescovo frate Gaspare Pasquali con l’istituzione della Venerabile Compagnia delle Stimmate di San Francesco.

Anche per questa pia istituzione fu promossa la realizzazione di due pregevoli statue raffiguranti San Francesco in atto benedicente, così che le stimmate impresse alla Verna fossero ben evidenti sul dorso dei piedi e sul palmo delle mani.

Le statue lignee, di dimensioni contenute, furono collocate nelle nocchie dei pianerottoli che danno ancora accesso alle scale che dalle due navate laterali della cattedrale di Rieti conducono alla basilica inferiore, sede della confraternita dalla prima decade del Seicento fino alla seconda metà dell’Ottocento. In anni recenti, sono state messe in sicurezza presso il Museo Diocesano.

Testo a cura di Ileana Tozzi

Foto di Giacomo Nicolò per Wiki Loves Valle del Primo Presepe

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