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Lo stramonio

È difficile immaginare un pasto che non contenga almeno un membro della famiglia delle Solanaceae: patate, pomodori, melanzane; eppure ne esistono alcuni che sono tra le piante velenose più conosciute

La Datura stramonium L. appartiene alla famiglia delle Solanaceae, originaria dell’America tropicale, fu introdotta in Italia dopo il 1500 come pianta ornamentale e medicinale. Oggi è presente in tutto il territorio prediligendo stazioni aperte, ruderi, gli incolti, le stazioni sabbiose lungo i litorali e tra le culture cerealicole e di tabacco dai 900 metri di altitudine.

Descrizione
Lo stramonio è una specie erbacea con un’altezza che varia dai trenta ai centoventi centimetri, cespugliosa e pubescente. La radice è fusiforme e a fittone; il fusto è prostrato o ascendente con ramificazione dicotoma, glabro o pubescente, da giovane con glandule rossastre.
Le foglie sono alterne con picciolo lungo due, quattro centimetri, percorso da una fila di peli nella parte superiore con glandule rossastre da giovane; la lamina fogliare è largamente ovata, di notevole dimensioni, con base troncata, grossi denti acuti e dall’odore sgradevole; la pagina superiore è di colore verde scuro mentre quella inferiore verde chiaro e glabra mentre il margine fogliare è dentato-frastagliato.
La fioritura avviene tra il mese di giugno e quello di ottobre. I fiori sono solitari, situati all’ascella delle ramificazioni o all’estremità dei rami, su corti peduncoli. Il calice è tubuloso e con denti acuti mentre la corolla è glabra, bianca, raramente violetta, lunga dai sei agli otto centimetri, con lobi lesiniformi divergenti.
Il frutto è una capsula ovale, grande come una noce, irta di aculei che contiene al suo interno numerosi semi reniformi, neri e rugosi grandi circa tre millimetri.

Utilizzi
La pianta è fortemente tossica per la presenza di alcaloidi tropanici analogamente ad altre Solanacee come il Giusquiamo o la Belladonna anche se Datura è il genere più ampiamente distribuito di piante contenenti alcaloidi tropanici.
Queste sostanze agiscono inibendo competitivamente la funzione dei recettori muscarinici dell’acetilcolina, sia nel sistema nervoso centrale che nel sistema nervoso autonomo parasimpatico. I suoi effetti sul sistema nervoso centrale sono più spiccati rispetto alle altre solanacee citate, soprattutto nel provocare delirio e allucinazioni.
Per secoli è stato utilizzato per il trattamento dell’asma, in quanto i suoi alcaloidi agiscono paralizzando la muscolatura liscia dei bronchi; l’uso di fumare sigari o pipe di foglia di stramonio per gli attacchi di asma è riportato dai testi di medicina Ayurvedica e fu importato in Europa alla fine del XVIII secolo. È un potente anestetico, veniva utilizzato durante la riduzione delle fratture, noto già dagli indios Zuni del Nuovo Messico, mentre nell’antica Cina per la chirurgia.
Attualmente la Atropina e la Scopolamina contenute nello stramonio vengono utilizzate nella terapia sintomatica nel morbo di Parkinson, nel trattamento e nella prevenzione delle cinetosi e in oculistica. Lo stramonio è inoltre di supporto nei trattamenti delle tossicodipendenze, capace di attenuare il delirium tremens alcolico e i sintomi da astinenza di morfina.

Specie autoctona?
Dati archeologici europei testimoniano la presenza del genere Datura fuori dalle Americhe molto tempo prima dell’avventura transoceanica di Cristoforo Colombo. Nella catena montuosa dei Pirenei, in località Prats, sono stati infatti rinvenuti, in una piccola fossa, cinque recipienti in terracotta, uno dei quali contenente otto semi di stramonio e la cui datazione al C14 è risultata del 1700 a.C., in piena età del Bronzo. Accertata la sua presenza, è probabile che le popolazioni antiche quali Greci, Etruschi e Romani fossero a conoscenza delle proprietà psicoattive e medicinali di questa pianta: ciò resta un problema da risolvere per via delle confuse e brevi descrizioni delle piante, date da Teofrasto, Plinio e Dioscoride.

A cura di Fabiano Ermini e Roberta Zirone dell’Associazione Hortus Simplicium

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