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Festival delle Valli Reatine: incontri, storie e terre da scoprire

Itinerari del cuore

Non è un caso che sia stata scelta proprio la cittadina colpita tre anni fa dal terremoto per lanciare la nuova iniziativa del magazine del «Corriere della Sera» dedicato ai viaggi e al turismo. Con la campagna “Viaggi del cuore”, «Dove» ha seguito e sostenuto l’attività di operatori e addetti ai lavori che hanno cercato la via del riscatto e della rinascita. Produttori, artigiani, albergatori, ristoratori che si sono rimboccati le maniche e ce l’hanno messa tutta per far ripartire piccole e grandi economie locali. Ora l’intento è quello di invitare e accompagnare letteralmente appassionati di arte, cultura, sport, buona cucina, tradizioni in questo territorio del Lazio, bellissimo e ancora in buona parte lontano dai percorsi più noti e sfruttati dal turismo di massa.

Nella due giorni reatina, Dove Festival proporrà incontri, dibattiti, workshop, attività. A cominciare dal talk che si svolgerà proprio al Polo del gusto, della tradizione e della solidarietà, per molti semplicemente Area Food di Amatrice. Il programma e la lista degli ospiti sono ancora in via di definizione, ma sul sito doveviaggi.it/festivalvallireatine troverete tutti i dettagli dell’iniziativa, aggiornati in tempo reale.

Racconti nell’Area Food

Sabato 3 agosto, nel pomeriggio, tutto ruoterà intorno all’Area Food, costruita con i fondi raccolti dalla campagna del «Corriere della Sera» e progettata dallo studio Stefano Boeri Architetti. Al centro della piazza, l’installazione Radura è un cerchio di 350 colonne cilindriche di legno, proiettate verso l’alto e, simbolicamente, verso il futuro. Qui si svolgeranno talk e incontri con importanti personalità del mondo del viaggio, con il direttore Simona Tedesco e i giornalisti di Dove, del Corriere della Sera, della Gazzetta dello Sport. Un dialogo, aperto a tutti, in cui si racconteranno esperienze, si condivideranno emozioni e avventure, si rifletterà con la platea dei partecipanti sul senso del viaggiare oggi. Su cosa significhi, cioè, non solo incontrare e confrontarsi con le persone che popolano le destinazioni di viaggio, remote o vicine che siano, ma anche entrare in relazione con la parte più profonda e, talora sconosciuta, di sé stessi. Come spesso accade durante i viaggi più significativi che ci capita o che scegliamo di fare.

Dalle parole all’azione

Domenica 4, invece, si passerà dalle parole ai fatti, con un’agenda di attività all’aria aperta e non, da vivere insieme ai giornalisti della redazione di Dove e a esperti e insider del territorio, organizzate nei dintorni della stessa Amatrice e sul territorio (da prenotare attraverso il sito dovefestival.it). Sarà l’occasione soprattutto per fare incontri con persone che lavorano in un network nato spesso in modo spontaneo, accomunate dall’obiettivo di far rinascere il territorio, anche nelle parti più ferite e devastate dal sisma del 2016. Come Assunta Perilli, 50 anni, che con un vecchio telaio a mano crea sciarpe o abiti dal sapore antico. Con socie e amiche come Sonia Mascioli, architetto e ceramista, e Ines Cenfi, artigiana di lana e feltro, ha fondato la Casa delle Donne nella piccola frazione amatriciana di Torrita: quasi completata, sarà la base delle loro attività comuni. Con loro sarà possibile seguire workshop dedicati proprio alla tessitura, alla lavorazione della lana e alla ceramica. «Partiamo dall’argilla su piccoli torni a mano da lavorare con la tecnica del colombino per realizzare oggetti tridimensionali come bicchieri, piatti, vasi o la famosa ciotola del pastore ovvero la scopozza come la chiamiamo da queste parti, un oggetto legato alla transumanza dove il pastore di un tempo manteneva al caldo il suo cibo», spiega Sonia che è anche presidente della Casa delle Donne. «Con me», aggiunge Ines, «si dà forma ad una materia prima come il feltro che è direttamente ricavato dal vello della pecora: non c’è cardatura o filatura, lo si lavora ad acqua o ad ago, come facevano un tempo le nostre bisnonne». Assunta, che collabora con università internazionali come quella di Cambridge, aggiunge: «Utilizziamo il telaio tradizionale e coloriamo i tessuti con camomilla, cipolla o noce. Utilizzo anche la conocchia, un antico attrezzo in legno per filare lana e lino ormai dimenticato». Su una cosa sono tutte d’accordo: «Lavorare così fa bene all’anima e chi vorrà potrà sperimentarlo con noi».

Trekking al Pizzo di Sevo

Nella domenica del Dove Festival, i più sportivi potranno dedicarsi invece ad attività come il trekking intorno al Pizzo di Sevo che, con i suoi 2.419 metri di altitudine, è la montagna simbolo di Amatrice. Fisico asciutto da appassionato di montagna, Marco Salvetta, guida del Cai (Club alpino italiano), sottolinea: «Accompagneremo gli escursionisti sul sentiero da Amatrice a Rifugio Cardito, con una piccola deviazione verso il Malepasso. Un paio di ore di cammino, senza particolari difficoltà, durante le quali non è raro che si incontrino greggi di pecore». Ma ci sono anche sentieri più facili di vallata, che attraversano borghi come Antrodoco, Amatrice, Borbona, Posta, Cittaducale, «inglobati nei percorsi di Salaria 150, progetto del Cai che ha coinvolto le quattro regioni del centro Italia, Marche, Lazio, Abruzzo e Umbria su vari temi come quello della storia, della transumanza e della spiritualità», spiega Luca Cipolloni 31 anni, anche lui guida Cai. La sezione Cai di Amatrice, intanto, sta completando la Casa della Montagna, edificio costruito seguendo i canoni della bioarchitettura e futuro cuore pulsante nella zona per incontri e letture con tanto di parete da arrampicata, posti letto e cucina.

Alla scoperta di Rieti

Storia, gastronomia, cultura si fondono continuamente nel territorio. Basta spostarsi verso Antrodoco per trovarsi di fronte un autentico tesoro d’arte medievale come la chiesa di Santa Maria extra Moenia, con l’abside affrescata. A fianco, il battistero di San Giovanni, a pianta esagonale, esempio unico nel centro Italia. Proprio ad Antrodoco è stato inaugurato, a metà giugno, l’Ostello Il Castagno: un gruppo di ragazzi under 30 ha ristrutturato una vecchia sede della Forestale arredandola con sedie trovate nelle soffitte delle nonne, pareti colorate e piccoli dettagli di design che hanno salvato dall’abbandono un edificio in semirovina e l’hanno reso cuore pulsante di mille attività per i giovani dei dintorni. E offrono pure ospitalità con soli 15 euro a notte. Altrettanto speciale è l’Umbilicus Italiae di Rieti a piazza San Rufo: un monumento circolare ricorda che questa piazza è geograficamente il centro del Belpaese, il suo ombelico. Nei sotterranei Rieti cela vicoli e strade da visitare con l’associazione Rieti da scoprire: discese, scivolamenti e scale raggiungono i livelli inferiori della città, piccoli gioielli celati agli sguardi indiscreti della modernità.

A lezioni di amatriciana

Un viaggio in questa regione d’Italia non può prescindere dal piatto iconico che ha fatto il giro del mondo: l’amatriciana. Durante la kermesse di Dove Festival, nella sede della Proloco di Capricchia, Rossella Santarelli insegnerà ai partecipanti, passo dopo passo, i segreti per preparare la vera amatriciana, bianca (detta anche Gricia) e rossa tra i fornelli, le pentole e i guanciali appesi a stagionare nella grande cucina. Un’altra delle attività (su prenotazione) riservata ai partecipanti di Dove Festival. Chi vorrà solo gustarla, insieme alle altre specialità del reatino, non ha invece che l’imbarazzo della scelta tra uno degli otto ristoranti dell’Area Food o nelle tante trattorie sparpagliate sul territorio.

Mucche, trote & birre

Ma c’è un intero mondo da scoprire in questa zona. Come l’esperienza agro-pastorale nella fattoria di Sonia Santarelli, un allevamento di mucche da latte con 55 capi di bestiame. “Recupero e riconduzione nelle stalle della mandria, nonché la mungitura, un’esperienza unica e sorprendente per chi vive in città, un momento ideale per capire che la terra respira e la senti sotto i piedi”, dice emozionata Sonia, avvocato di formazione, ma dedita alla gestione della fattoria di famiglia, che produce 500 litri di latte al giorno. Fortemente legata al territorio, Santarelli è anche uno dei fondatori di Salariaè-AlteTerre, rete di imprese di filiera dell’Alta Valle del Velino e Terre di Amatrice. Con l’associazione si può prenotare presso gli agriturismo e i ristoranti consociati un cestino da picnic ricco di specialità locali, da mangiare magari all’aria aperta lungo le sponde del lago di Campotosto o di Scandarello. Un rituale irrinunciabile per un pranzo in famiglia.

Ancora, sulle sponde del lago artificiale dell’agriturismo Lo Scoiattolo, ci sarà Fabrizio Berardi, proprietario, insieme ai fratelli Laura ed Ernesto, della struttura, a insegnare tecniche e segreti della pesca a mosca sportiva: «L’esca usata – spiega – è la riproduzione di una mosca o un insetto effimero al quale le trote abboccano più facilmente. Come Robert Redford nel film In mezzo scorre il fiume». La deviazione a Cittareale consentirà di scoprire il Birrificio artigianale Alta Quota: «Qui produciamo birra ad alto contenuto di entusiasmo, fantasia e creatività», dice sorridendo Claudio Lorenzini, socio ideatore dell’azienda artigianale; “facciamo degustare agli appassionati la nostra Principessa, una birra di farro molto equilibrata. E poi, tutti insieme, visita allo stabilimento”. C’è tanto da vivere, a piedi e non solo, tra le valli della via Salaria, in un itinerario che vuole contribuire alla rinascita di una terra profondamente trasformata dal terremoto, come evoca anche il Cammino nelle Terre Mutate che passa proprio per Accumoli, cittadina tra le più devastate dal sisma. Dove Festival vuole essere anche questo: l’occasione per scoprire un territorio orgoglioso, che non si arrende. E per tornare a casa con una consapevolezza nuova e più ricca.

Festival delle Valli Reatine

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