Il borgo medievale di Greccio, nella Provincia di Rieti, è arroccato a 705 metri d’altitudine su un bastione roccioso, alle pendici del Monte Lacerone e affacciato in splendida posizione panoramica sulla Valle Santa Reatina.

Fondato probabilmente da una colonia Greca, in tempi antichissimi, si hanno notizie delle battaglie sostenute con le comunità vicine fin dal secolo XI, data della nascita del Castrum.

Nel primo periodo della sua genesi, più precisamente negli anni a cavallo del 1100, il castrum Greciae conobbe una fase di grande sviluppo demografico ed urbanistico in seguito all’immigrazione degli abitanti di Rocca Alatri, un centro situato nei pressi della vicina abbazia cistercense di San Pastore, che cominciò a spopolarsi in quel periodo.

Nel  1242 fu distrutto ad opera delle truppe di Federico II di Svevia che, in guerra contro la Santa Sede e non riuscendo ad espugnare Rieti dopo dieci mesi di assedio, incaricò nel mese di maggio il suo capitano generale Andrea di Cicala di mettere al ferro e fuoco l’intero circondario.

Fu la più drammatica devastazione che il paese subì, insieme al saccheggio delle truppe napoleoniche che si consumò nel 1799.

Il paese verrà chiamato per la prima volta con il nome attuale “Greccio”, intorno al 1720. L’antico borgo conserva intatta la sua struttura, tipica di un “castrum” fortificato, nella quale spiccano i resti del castello, risalente al secolo XI e la Torre Campanaria edificata nel seicento sui resti di una delle torri sopravvissute tra le sei che presidiavano l’antica cinta muraria medievale.

Sulla parte più elevata del colle, sorge la bella Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo, arricchita da pregevoli opere cinquecentesche. L’altare maggiore è dedicato a San Michele Arcangelo, Patrono di Greccio, raffigurato in una grande tela anonima del XVIII secolo. Ricca di stucchi e decorazioni anche la Chiesa di Santa Maria del Giglio che domina la piazza ai piedi del borgo.

All’interno del centro antico, si trova la piccola Cappellina di San Francesco, che la tradizione vuole sia stata edificata nel luogo dove il Santo comunicò ai grecciani la sua intenzione di ritirarsi in un eremo lì vicino. La storia vuole che Francesco d’Assisi, che dimorava sul Monte Lacerone dal 1209, sceso a predicare agli abitanti di Greccio, affidasse ad un bimbo un tizzone ardente perché lo lanciasse nel luogo dove avrebbe edificato la sua dimora. E il tizzone raggiunse la parete rocciosa dove oggi sorge il Santuario Francescano circondato da un bosco di lecci.

Il centro storico si rivela uno scrigno di tesori ben conservati che regalano sorprese ad ogni angolo. Con il rifacimento delle vecchie facciate delle abitazioni prospicienti sulla piazza, valorizzata da una bella fontana cinquecentesca, patrimonio artistico del borgo, gli immobili sono tornati all’antico splendore con intonaci in tinta che garantiscono l’identità storica e culturale del luogo.

Negli anni il Comune di Greccio, consapevole del ruolo che gli spetta, ha poi arricchito il proprio territorio con numerose iniziative di grande spessore culturale.  Fra le piazze e i vicoli del centro storico si dipana il “Sentiero degli Artisti”, lungo il quale artisti di tutto il mondo hanno rappresentato sui muri delle antiche case episodi della vita di San Francesco, con la tecnica dell’affresco. Un vero e proprio museo all’aperto fa rivivere nei colori dei pittori le tante storie legate alla presenza del Santo.

Nei pressi del paese sorge poi uno dei gioielli del territorio: il Museo Internazionale del Presepe realizzato restaurando una antica chiesa del 1500 ed un fabbricato rurale. La struttura ospita tesori di arte e artigianato di rinomati artisti dell’arte presepiale, offrendo una suggestiva escursione fra le tante scuole italiane ed europee.

Greccio offre davvero mille motivi per visitarlo ed immergersi nello spirito più autentico del francescanesimo, proprio come nelle parole di Papa Francesco, che visitando questi luoghi nel 2019 ha voluto ricordare a tutti i tanti tesori custoditi da questo piccolo borgo e lo spirito che ancora vi si respira, dicendo che “Greccio diventa un rifugio dell’anima”.   

Fonte: comune.greccio.ri.it

 

 

Previous ArticleNext Article