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Filippa Mareri, la prima Santa della famiglia francescana

Filippa Mareri Leonessa

La prima Santa della famiglia francescana è Filippa Mareri, il cui culto ab immemorabili si diffuse rapidamente nelle terre aspre del Cicolano e all’interno dell’Ordine. La tradizione vuole che fosse stato lo stesso Francesco d’Assisi a ad incontrare Filippa suscitandone la radicale scelta di vita religiosa, abbracciata con tanto entusiasmo dalla giovane nobildonna.

Fin dal XII secolo, i Mareri si erano infeudati nell’antica Val di pietra solcata dalle acque gelide del fiume Salto, destinata a fare per secoli da cerniera fra il Regno di Napoli ed il  Patrimonio di San Pietro.

I legami con gli antichi signori Rainaldo Sinibaldo e Gentile Vetulo favorirono la successione di questo casato di nuova feudalità, che seppe abilmente orientare la propria politica tra Svevi ed Angioini.

Dopo aver giurato fedeltà a Federico II, di cui custodirono i prigionieri, si aprirono alla politica filoangioina di papa Urbano IV perdendo i loro privilegi, presto riconfermati dopo la battaglia di Benevento da parte del nuovo sovrano Carlo I d’Angiò. Il privilegio che il nuovo sovrano concesse a Tommaso Mareri, riconsegnandogli ex successione suorum Antecessorum i castelli di Mareri, Girgenti, Vallisnovae, Rigatti, Marcetelli, Capradosso, medietatem terreni, et quartam partem podii S. Mariae et medietatem Oferiani è infatti datato al 14 giugno 1266.

Questo feudatario così astuto e spregiudicato da sapersi destreggiare fra Svevi ed Angioini, fra il Papato e l’Impero negli anni cruciali del XIII secolo fu signore di una terra di confine. Aveva già dimostrato in gioventù la sua sagacia quando fu costretto a rinunciare alla prassi consueta di confermare le alleanze politiche mediante un’accorta strategia matrimoniale.

A causa del netto rifiuto opposto dalla sorella Filippa, ostinata nel suo proposito di condurre austera vita monacale, la indusse ad abbandonare l’eremo di San Nicola de gripta cedendole lo juspatronatum sulla pieve di San Pietro de Molito e sull’intera villa di Casardita, dove insieme alle sue compagne e consanguinee Elisabetta, Maria e Milica poté fondare la sua comunità, secondo la Regula delle Pauperes Dominae di Santa Chiara.

Proprio grazie all’intervento di Tommaso Mareri a favore della comunità religiosa di Filippa che queste chiese, originariamente nullius dioecesis, diventarono parte integrante della diocesi reatina.

A cura di Ileana Tozzi

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