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I santuari come luogo d’incontro

Tra le tante letture date ai santuari della Valle Santa, una essenziale è quella offerta dal vescovo Chiarinelli

Nel corso degli anni, molteplici letture sono state fatte sui luoghi di san Francesco, a volte tentando addirittura di metterli in competizione tra loro; nel nostro specifico, un’interessante interpretazione dei quattro santuari della Valle Santa la diede il compianto vescovo Lorenzo Chiarinelli. Partendo da una visione esistenziale, egli sottolineava come il santo, giungendo a Poggio Bustone, desiderasse toccare la misericordia di Dio, e solo dopo averla assaporata decide di partire per annunciarla al mondo. Ma Francesco vuole anche che il Signore gli dia uno stile di vita, una forma vitae: ecco allora Fontecolombo, dove la Regola dei frati è in fondo il Vangelo stesso. Il Poverello desidera poi “toccare” il suo Dio, e a Greccio nel bambino di Betlemme e nell’Eucaristia, egli sperimenta la potenza e la fragilità di Cristo che si fa accogliere dalle mani degli uomini. E infine la Foresta, dove nell’abbondanza del vino si celebra la gioia della fraternità. I santuari francescani sono quindi testimonianza viva, luoghi dell’incontro con Dio e con i fratelli, non riducibili a siti archeologici, dove le antiche pietre ci ricordano che noi siamo le pietre vive, con le quali Dio edifica la sua Chiesa.

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