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La parietaria diffusa

La sua fioritura prolungata, l’ingente quantità di polline prodotta, la sua capacità infestante la rendono acerrima nemica dei soggetti di cui ne sono allergici anche se, come tante altre specie che vivono in natura, nasconde proprietà davvero interessanti, scopriamole insieme

La Parietaria judaica L. è una specie a distribuzione eurimediterranea, presente in tutte le regioni d’Italia. La sua diffusione avviene tramite i semi che vengono dispersi dagli animali ma anche accidentalmente ad opera dell’uomo, grazie alla sua capacità di ancoraggio spesso viene infatti veicolata da chi si occupa della cura del verde. Cresce frequentemente sia in ambiente naturale, come ad esempio nei terreni incolti, nei boschi, ma capita spesso di osservarla anche in città, dove ama tappezzare vecchi muri, cortili e giardini, difficilmente spingendosi oltre i 1000 metri di altitudine.

Descrizione
La parietaria è una pianta erbacea perenne che appartiene alla famiglia delle Urticaceae. Il rizoma è allungato, i fusti sono molto ramificati più o meno lignificati, ricoperti di peli, dalla forma cilindrica; raggiungono anche il metro di lunghezza ed hanno un portamento prostrato. Le foglie hanno una forma ellittica ed appuntita, sono ancorate al fusto tramite un lungo picciolo. La pagina superiore delle foglie è di colore verde scuro mentre quella inferiore è di un verde più pallido. La fioritura avviene durante tutto l’arco dell’anno da cui si originano frutti, detti acheni, molto piccoli e di colore nero brillante.

Proprietà e utilizzi
Nota già fin dai tempi antichi per le sue proprietà diuretiche e depurative, è ricca infatti di: calcio, sali di potassio, mucillagini, sostanze solforate, tannini.
L’ elevato contenuto di sali di potassio e di flavonoidi favoriscono la diuresi determinando l’eliminazione di acqua in eccesso e la rendono anche utile nella cura delle idropisie, delle nefriti, delle cistiti, degli edemi da insufficienza cardiaca contribuendo anche nell’eliminazione dei calcoli renali e vescicali. Piccole quantità di pianta triturata e aggiunte in una tazza di acqua bollente sono sufficienti a creare un infuso da utilizzare come rimedio per il catarro bronchiale.
Nell’uso popolare i cataplasmi della pianta fresca triturata venivano utilizzati per la cura delle dermatiti croniche; in cucina invece le giovani foglie una volta lessate venivano comunemente consumate come gli spinaci e per preparare ripieni, frittate e minestre.
In passato, nota come pianta vetriola, veniva comunemente usata per pulire l’interno delle bottiglie e dei fiaschi, la quale, dopo averla strofinata, riusciva ad eliminare eventuali incrostazioni. Le foglie pestate al mortaio erano utili nelle campagne a chiunque venisse in contatto con le ortiche, l’impacco facilitava infatti la guarigione dei ponfi. Nonostante le sue proprietà però è bene sapere che il polline della parietaria risulta altamente allergenico nei soggetti predisposti ed è importante evitarne qualunque contatto e la frequentazione di zone dove la sua presenza risulta abbondante.

La Vanessa atalanta
La parietaria come anche l’ortica non soltanto sono ottime da consumare per noi ma anche per il supporto alimentare dei bruchi di numerose farfalle del genere Vanessa. Oggi vederle risulta una rarità; lo sfalcio di queste piante, benché condotto innocentemente, ha portato al loro declino. La natura ci viene incontro offrendoci la soluzione: i bruchi nutrendosi delle piante ridurrebbero le nostre lavorazioni lasciandoci poi maggiormente godere della loro bellezza una volta avvenuta la loro metamorfosi in farfalle.

A cura di Fabiano Ermini e Roberta Zirone dell’Associazione Hortus Simplicium

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