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La ginestrella

Questa settimana vi accompagniamo alla scoperta di una tra le piante tintorie divenute nella storia un importante agente economico, capace di influenzare lo sviluppo d’intere regioni e conservata all’interno dell’Hortus Simplicium

La Genista tinctoria L. è una specie che appartiene alla famiglia delle Fabaceae. Diffusa in tutte le zone temperate d’Europa, in Italia si trova in tutto il territorio esclusa la Sicilia e la Sardegna, prediligendo brughiere, prati, pascoli mesofili e boschi radi, dai 1800 metri di altitudine.

Descrizione
Piccolo arbusto perenne, eretto, deciduo, con fusti cilindrici lignificati alla base, rami verdi, privi di spine, semplici, ascendenti, solcati. Le sue dimensioni variano dai 30 agli 80 centimetri. Essendo una specie estremamente polimorfa, la pelosità dei diversi organi, fusto, foglie, calice e legume è molto variabile, esistono infatti forme da glabre a pelose con tutti i gradi intermedi.
Le foglie sono disposte in modo alterno, hanno lamina da ovato-oblunga a lanceolato-ellittica, sono intere, sessili, di colore verde scuro, lucide nella pagina superiore.
I fiori sono numerosi, papilionacei, riuniti in racemi apicali; la corolla è gialla e formata da un vessillo eretto, con ali e carena quasi della stessa lunghezza, divaricate con un angolo di 150 ° durante l’antesi che avviene fra maggio e luglio. Il calice è gamosepalo, persistente e con labbro superiore bifido.
I frutti sono legumi oblunghi e compressi, bruno nerastri, costituiti da 6-10 semi ovoidi, compressi ventralmente, glabri e di colore bruno scuro.

Utilizzi
In medicina viene impiegata per combattere la stitichezza, come diuretico naturale e anche come debole stimolante cardiaco e vasocostrittore. Anticamente era impiegata per uso interno per la cura dei reumatismi, contro le fratture, la sciatica e gli ascessi di qualunque natura. Oggi, la pianta viene coltivata per lo più a scopo ornamentale, per la produzione di miele, per la realizzazione di corde con le filacce dei suoi rami e soprattutto come pianta per il rimboschimento dei terreni degradati e lungo pendii scoscesi come prevenzione delle frane. In Calabria, ancora oggi, in molti paesi, si lavorano le vermene per produrre tessuti utilizzati per la produzione di tovaglie e lenzuola ricamate a mano.

Potere tintorio
Fin dall’epoca romana, i rami giovani ed i fiori della ginestrella hanno trovato utilizzo per le loro proprietà tintorie. Grazie all’azione dell’isoflavone genisteina, contenuto soprattutto nei petali dei fiori, la pianta veniva utilizzata per tingere i tessuti di giallo.
Sovrapponendo una tintura in giallo su un tessuto precedentemente tinto in azzurro con il guado (Isatis tinctoria L.) è possibile ottenere delle colorazioni verdi molto stabili; in Inghilterra, con tale procedura si ottenevano il verde “Kendal” e “Lincoln”, attribuito quest’ultimo alla casacca di Robin Hood, secondo la leggenda.
I luminosi e solidi verdi hanno inoltre impreziosito l’arazzo di Bayeux, uno fra i tessili medievali meglio conservati d’Europa.
Ancora oggi la Genista tinctoria L. trova impiego della nella tintura tradizionale domestica delle lane.

In aiuto ai fumatori
Tra le numerose tossine prodotte dalle Fabaceae, sono particolarmente comuni gli alcaloidi con il nucleo della chinolizidina. Questi hanno effetti simili a quelli della nicotina, ma possono anche causare effetti anticolinergici come bocca secca e difficoltà di urinare.
Tra le centinaia di alcaloidi chinolizidinici la più studiata è la citisina, un attivatore parziale dei recettori cerebrali per la nicotina che svolge un ruolo di supporto per i fumatori nel combattere la dipendenza dal fumo

A cura di Fabiano Ermini e Roberta Zirone dell’ Associazione Hortus Simplicium

 

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