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Lo speco e la croce

Tra i segni che caratterizzano i luoghi francescani, alcuni si ripetono con particolare costanza, essendo i più vicini ai sentimenti e alla spiritualità di Francesco

Le persone che hanno l’abitudine di visitare i luoghi dove è vissuto san Francesco, a volte possono confondersi nel ricordare con esattezza ciò che hanno veduto. Questo succede perché in fondo i posti abitati dal santo in realtà si somigliano un po’ tutti. In effetti ovunque si vada, che sia l’eremo delle Carceri ad Assisi o il monte de La Verna, Fontecolombo o Poggio Bustone nella valle reatina, ci sono elementi identici come la spaccatura della roccia o la croce di legno.
Fin dall’antichità si pensava che tutte le fenditure della roccia si fossero create con il terremoto che c’era stato alla morte di Cristo, e che quindi dimorare in queste equivaleva a stare nella ferita del costato del Salvatore, nello “Specus vulneris” appunto; da qui il nome di Sacro Speco. E la croce è il secondo elemento che troviamo; proprio a Poggio Bustone ai frati che domandavano un breviario, Francesco presenta una croce: essa è il libro, dove apprendere tutto l’amore di Gesù per noi.
L’essenzialità del Poverello è disarmante, ed è per questo che la gente è sempre più attratta dalla sua semplicità.

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