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Quale Francesco? Un tema inesauribile

In vent’anni di attività, il Convegno di Greccio ha contribuito a rinnovare la comprensione di san Francesco e delle famiglie religiose che si radicano nella sua Regola e nella sua esperienza di vita

L’appuntamento scientifico del ventesimo Convegno di Greccio è stato dedicato alla professoressa Chiara Frugoni ad un anno dalla scomparsa. Una figura importante nello studio del francescanesimo e anche per la Valle Santa reatina. Per la diocesi di Rieti ha tenuto due preziose conferenze centrate su san Francesco e il primo presepe offrendo, tra le altre cose, una lettura completamente nuova delle scene dipinte da Giotto nella basilica di Assisi. Non a caso la studiosa cercava di rispondere alla domanda “Quale Francesco?”, nel tentativo di avvicinarsi per quanto possibile all’autentica esperienza umana del santo, rimuovendo le incrostazioni sulla sua figura causate dal tempo e dal mutare della sensibilità e delle esigenze dell’Ordine e della Chiesa.
Lo stesso sforzo è sembrato caratterizzare anche i due giorni trascorsi da alcuni dei migliori studiosi di san Francesco tra l’Oasi e la chiesa del santuario di Greccio, introdotti dal curatore del convegno, padre Alvaro Cacciotti, salutati dal sindaco di Greccio Emiliano Fabi, accolti dal vescovo Vito Piccinonna e coordinati nell’esposizione dal suo predecessore mons. Domenico Pompili, tornato a Rieti in veste di referente per i centenari francescani della Conferenza Episcopale Italiana.

Una sinfonia pastorale
Dopo il saluto di padre Luciano De Giusti, da poco eletto Ministro provinciale dai Frati minori di Lazio e Abruzzo, è stato il francese Jacques Dalarun, ad offrire la prima relazione parlando de Il Natale di Greccio. Una sinfonia pastorale. Partendo dal racconto originale di Tommaso Celano, ha spiegato come tutta la comunità paesana di Greccio abbia partecipato alla celebrazione del Natale 1223: «una società cristiana semplice, accogliente, dinamica, in mezzo alla quale l’assisiate potè dimenticare la preoccupazione dell’Ordine nella pace natalizia». Sono molti i dettagli che dopo la morte del santo i frati sentirono la necessità di dover riscrivere, rileggere, precisare, ma a dispetto di ogni successivo tentativo lo studioso francese ha dimostrato l’affidabilità primaria dell’agiografo sottolineando anche l’importante presenza degli animali. Anch’essi, infatti, «assaporano il sapore del Natale come gli uomini». Ma l’animale principale è l’Agnello, il cui nome è balbettato da Francesco e la cui carne è destinata al mistero eucaristico. Incarnandosi, Gesù concilia il divino con l’umano e l’umano con sua animalità.

Francesco e il presepe nell’arte
Una sintesi potente che nel tempo ha sollecitato non solo la letteratura e la riflessione teologica, ma ha soprattutto raggiunto il cuore della gente più semplice, la sensibilità popolare. Anche grazie al lavoro dei grandi artisti delle arti visive. Un campo che il Convegno di Greccio ha esplorato in più modi, a partire dalla densa relazione di Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università per stranieri di Siena, che ha mostrato attraverso una ricognizione tridimensionale tra Giotto, Masaccio e Caravaggio, come quella notte di Greccio del 1223 sia stata gravida di futuro per l’esperienza artistica e come essa stessa sia stata un’opera d’arte.
Il discorso è proseguito con Stefano Di Stasio, esponente di spicco del movimento artistico dell’anacronismo, orientato al recupero della pittura tradizionale in contrasto l’arte concettuale, intervistato da Elisa Coletta. Il discorso è proseguito con un focus sulla produzione artistica di Piero Casentini, pittore dalla forte ispirazione francescana, curato da Mariano Apa. Due diversi modi di avvicinarsi a san Francesco e all’episodio del Natale 1223: più onirico ed evocativo il primo, più attento a dare forma alla profondità teologica dei fatti il secondo.

Destrutturare la Regola
Completamente diverso l’approccio di Sidival Fila, artista e frate francescano conosciuto a Rieti durante la prima edizione della Valle del Primo Presepe, la cui opera, attenta alla scomposizione della realtà nel tentativo di scovarne la trama profonda, è stata però intrecciata con l’altro argomento del convegno. Le indagini sulla Regola sono state infatti affrontate nel secondo giorno dei lavori, che ha visto in aperrtura l’intensa relazione di mons Felice Accrocca.

L’arcivescovo di Benevento e docente di Storia Medievale presso la Pontificia Università Gregoriana, ha mostrato i diversi livelli di scrittura del documento fondativo del Ordine francescano, aiutando gli uditori a distinguere chiaramente le parti autografe di Francesco, gli inserti di origine curiale e la voce dei frati, fino a restituire l’immagine del testo come una sorta di «concerto per solista e orchestra». Una complessità che forse già annuncia l’intricata storia futura della famiglia francescana.
In contrappunto, l’intervento di Pietro Maranesi, che ha mostrato come non sia oggi possibile leggere la Regola senza prendere atto della differenza tra il suo contenuto giuridico e la realtà culturale e religiosa del mondo contemporaneo, proponendo di avvicinarsi al testo attraverso la lente del Testamento di Francesco.
Un differente approccio alla Regola l’ha poi proposto Claudio Strinati, partendo dall’opera pittorica di Emanuele da Como, pittore di riferimento dell’Ordine francescano nel ‘700, e in particolare da un dipinto ad olio su rame raffigurante San Francesco che riceve la Regola da Cristo conservato nel santuario di Fonte Colombo.

Un volume a più mani
Il pomeriggio del secondo giorno è stato infine dedicato alla presentazione del libro Il Natale di Francesco a Greccio, curato da padre Alvaro Cacciotti. Un volume a più mani – contenente saggi di Felice Accrocca, Luigi Pellegrini, Chiara Frugoni e Massimo De Angelis – pensato per fare il punto sul pensiero critico e storiografico attorno all’episodio del primo presepe, cercando di offrire la base per nuove indagini e riflessioni. La presentazione è stata affidata al ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, padre Massimo Fusarelli e, come dicevamo all’inizio, allo storico Franco Cardini.
Una sintesi esaustiva del ventesimo Convegno di Greccio sarebbe impossibile su queste pagine. Né sarebbe davvero utile: con inusuale tempismo, infatti, il Centro Culturale Aracœli è riuscito nell’ammirevole impresa di rendere disponibili gli Atti contemporaneamente allo svolgimento dell’incontro, grazie alla cordiale puntualità degli studiosi che si sono messi a disposizione. La ripresa integrale degli interventi sarà inoltre presto disponibile sul canale YouTube di Frontiera, sui media della Valle del Primo Presepe e, ovviamente, sui canali del Centro Culturale Aracœli.

Autore Frontiera

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