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La chiesa di San Francesco a Rieti

Chiesa di san Francesco Rieti

La chiesa ex conventuale di San Francesco a Rieti è una grande basilica a navata unica che, ad onta degli impegnativi lavori di ristrutturazione e riallestimento condotti a termine negli anni ’30 del XVII secolo, mantiene integra nell’assetto architettonico la sua rigorosa impronta romanico-gotica benché non sfuggano all’osservatore più esperto le tracce di un più recente passato. La sua mole chiude ad oriente la piazza che fu il cuore pulsante del popoloso rione di San Francesco, nel sestiere di porta Romana de supra. La facciata è caratterizzata dall’elegante portale impaginato da due sottili colonnine che include nella mandorla un affresco secentesco di Vincenzo Manenti, a lungo attivo presso la chiesa ed il convento dei Frati Minori. Ad essa si affianca l’Oratorio di S. Bernardino, sede della Confraternita omonima istituita nel 1463 da padre Francesco della Rovere, con il suo portale quattrocentesco dagli armoniosi stipiti modanati, la cui armonia rinascimentale mitiga la durezza della ruvida pietra locale, sovrastato dal monogramma cristologico raggiato, che reca incisa a lettere capitali sul medaglione dell’architrave l’iscrizione latina SOCIETAS S. BERNARDINI.

Al di sopra del portale, un secentesco dipinto murale raffigura il Santo predicatore dell’Osservanza francescana. L’immagine è corredata dall’iscrizione didascalica PATER MANIFESTAVI NOMEN TUUM HOMINIBUS MDCXXXXVI.

L’interno dell’Oratorio fu affrescato sul finire del XVI secolo da Panfilo Carnassali ed Ascanio Manenti che realizzarono all’interno di un armonioso reticolo in stucco le Storie del Santo.

Dalla metà del XX secolo, i cantieri di restauro hanno contribuito a restituire interessanti frammenti dell’antica decorazione parietale attestanti la successiva stratificazione di diversi livelli del piano dell’edificio, da sempre interessato dalle pianare del fiume Velino.

Già negli anni ’70 del secolo scorso, il compilatore della scheda OA registra il cattivo stato di conservazione, che “rende difficile un’analisi stilistica e un tentativo di attribuzione”.

Eppure, la datazione alla metà del XVI secolo suggerisce l’ipotesi che l’affresco possa ricondursi all’opera di Vincenzo Manenti, autore della lunetta sovrastante l’antico portale, raffigurante la Sacra Conversazione con i Santi Francesco d’ Assisi, Antonio di Padova, Ludovico da Tolosa ed il beato Angelo Tancredi da Rieti.

Il portale risale al XIII secolo, impaginato dagli stipiti interni squadrati affiancati da esili colonnine dai capitelli a crochet a sostegno dell’archivolto a tutto sesto, lievemente strombato, sormontato da un timpano triangolare con cornice a dentelli.

Ma l’iscrizione incisa a lettere capitali sull’architrave fa memoria degli impegnativi lavori di consolidamento e riassetto promossi nel 1636 per mettere in sicurezza la chiesa, insidiata dalle frequenti inondazioni del fiume Velino: RESTAU. A. D. MDCXXXVI IH FR.

In asse con il portale, sono inclusi nella solida texture dei conci murari alcuni frammenti lapidei di epoche diverse, dall’ Agnus Dei duecentesco scolpito in marmo bianco al quattrocentesco sole raggiante, simbolo eucaristico bernardiniano, fino al rosone cruciforme disegnato dal Mazzoni e realizzato presso la bottega dei marmisti Cavoli nel 1926, in occasione delle celebrazioni del VII centenario dalla morte di San Francesco.

A cura di Ilena Tozzi

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