Il 18 novembre 1949 nel decimo anniversario della proclamazione di San Francesco Patrono d’Italia, fu posta la prima pietra tratta dalla tomba del Santo di Assisi e benedetta dal Card. Carlo Gonfalonieri, Arcivescovo dell’Aquila. Nel 1952 furono sbancati 25.000 metri cubi di roccia. Nel 1955 su progetto dell’architetto Fidenzoni di Spoleto, iniziò la costruzione della chiesa che segnò anche, dal punto di vista turistico, il lancio del Terminillo. Nel Natale del 1956 il Parroco ebbe la gioia di celebrare l’Eucaristia nella nuova chiesa, ancora grezza e spoglia. I lavori terminarono nel 1962. L’architettura di tutto il complesso evidenzia alcuni caratteri fondamentali delle Basiliche francescane: strutture protese verso il cielo, rispetto dell’ambiente naturale, navata unica coperta a volte, che richiama l’interno della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli di Assisi. All’interno, elementi di particolare interesse sono: l’altare con scene in bronzo della vita del Santo, la croce della gloria con formelle riproducenti i misteri della vita di Cristo, l’urna contenente parte delle ceneri di San Francesco, con pareti maiolicate, la Via Crucis e ambone in gres porcellanato di Aldo Laurenti. La Chiesa presenta quattro cappelle con mosaico a tutta parete, tre delle quali dedicate rispettivamente alla Madonna di Loreto, a Sant’Antonio e a Santa Barbara, Patrona della città e Diocesi di Rieti; nella quarta è sistemato il Fonte Battesimale: un blocco monolitico di marmo genovese, verde con scene in rame smaltato, che richiamano il mistero del sacramento. In alto, le vetrate svolgono il tema del «cantico delle creature». L’ultima grande opera del 1975, che ha dato un tono di maestosità a tutta la chiesa, è il mosaico dell’abside, che copre una superficie di 350 metri quadrati, il più grande del mondo a soggetto unico. Con Decreto della Santa Congregazione dei Vescovi del 21 giugno 1976, la parrocchia passò dall’Arcidiocesi dell’Aquila alla Diocesi di Rieti. Dal 1997 l’animazione spirituale di questo tempio è affidata alla Fraternità Monastica della Trasfigurazione. Il Vescovo Delio Lucarelli acquistò per la diocesi il tempio e l’attigua casa parrocchiale dall’Ordine dei Frati Minori Conventuali.
Gli studiosi sono d’accordo nell’identificare le quattro vette attuali (Terminillo, Terminilletto, Terminilluccio, Monte Elefante) con l’antico monte Tetrico «Tetricae horrentes rupes» di Virgilio e dei «Curgures alti montes» di Varrone.
Fonte: chiesadirieti.it