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Francesco e la rosa senza spine

Spesso le agiografie riportano episodi che vedono fatti miracolosi coinvolgere aspetti della natura. Come quando Francesco, per sfuggire al Maligno, si getta su un cespuglio di rose senza averne danno

Negli affreschi del santuario San Giacomo di Poggio Bustone, vi è una scena in cui il demonio con fare minaccioso e nelle sembianze di una bestia pelosa, aggredisce Francesco che prontamente si getta nudo tra le rose. Nelle tante sfide che i santi sperimentano nella loro vita, la presenza del Maligno, omicida dall’inizio, come ci ricorda l’evangelista Giovanni, ha il compito di mettere alla prova gli amici di Dio per provarne la santità. Spesso la natura stessa sembra venire in aiuto dei discepoli di Cristo, e nell’affresco in questione, le rose dove è adagiato il Poverello, perdono addirittura le spine, per non ferire le carni nude del servo di Dio. Un episodio singolare del quale si conserva memoria a Santa Maria degli Angeli in Assisi, dove appunto c’è un roseto con una qualità di fiori senza spine. Anche nella vita di Benedetto da Norcia, quando si trovava a Subiaco, troviamo una scena analoga. A sinistra della scena infine, ecco un frate che guarda estatico l’episodio: nelle pitture di carattere sacro, vengono spesso aggiunti dei testimoni oculari, che hanno il compito di raccontare e di testimoniare le gesta eroiche dei santi.

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