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Il ruscolo

Il suo nome volgare deriva dall’usanza contadina di proteggere i generi alimentari, conservati in cantina o in dispensa, con i suoi mazzetti, dai topi: noto a tutti con il nome di pungitopo, scopriamone le sue caratteristiche

Il Ruscus aculeatus L. è una specie che appartiene alla famiglia delle Asparagaceae. Originario del bacino del Mediterraneo, predilige le zone calde e soleggiate, i terreni calcarei, i luoghi aridi e sassosi, i boschi, soprattutto le leccete e i querceti, essendo sensibile al freddo intenso, soltanto nelle zone meridionali si spinge oltre i 1200 metri di altitudine mentre nel resto d’Italia difficilmente vegeta sopra i 600 metri.

Descrizione
Il Ruscolo è un piccolo arbusto suffruticoso sempreverde, può raggiungere il metro di altezza, è robusto e con un rizoma ramificato e strisciante. I fusti sono eretti, di colore verde scuro, striati, parzialmente lignificati, semplici alla base ma ramificati verso l’alto. Le foglie sono sostituite da assi trasformati ed appiattiti che prendono il nome di cladodi, lanceolati, ovato-acuminati con un’acuta spina apicale, al centro dei quali sono inseriti i fiori. I getti nuovi, definiti turioni, sono di colore bruno-violaceo, si raccolgono in primavera e si consumano come gli Asparagi.
La fioritura avviene da febbraio ad aprile e da settembre a novembre; i fiori si presentano piccoli, dioici, poco appariscenti, isolati e inseriti al centro dei cladodi. I frutti sono bacche globose di colore rosso vivo, contenenti 1 o 2 semi durissimi di colore bianco-giallastro. La maturazione delle bacche avviene nell’inverno successivo alla fioritura e permangono sulla pianta fino a tre mesi dalla maturazione.

Proprietà ed utilizzi
È un’erba aromatica, diuretica, leggermente lassativa, vasocostrittrice, ad azione antifiammatoria, sudorifera e depurativa; utilizzato nella cura di flebiti, pesantezza delle gambe, edemi, per l’eliminazione dell’acido urico e per favorire la sudorazione. Costituisce un potente tonico venoso vegetale sovente utilizzato nella composizione di molti farmaci antiemorroidali e antivaricosi. Grazie alla presenza di bioflavonoidi, svolge un’ottima azione come trattamento topico in caso di couperose, di eritema solare, nella fragilità del microcircolo sottoepidermico, per il trattamento delle pelli delicate, sensibili e facili agli arrossamenti; gli impacchi risultano efficaci per combattere la cellulite.
Studi recenti hanno accertato la presenza di antociani all’interno dei suoi frutti candidando queste bacche a promettenti coloranti naturali.
In passato, nelle campagne, il Pungitopo veniva usato per proteggere le pannocchie di granoturco esposte ad essiccare, i mazzetti della pianta venivano legati a testa in giù, alla base dei pali di sostegno; nelle cantine, posto intorno al formaggio e vicino ai salumi con le sue spine acuminate teneva lontani i roditori. La pianta essiccata e legata ad una pertica, era inoltre impiegata, per pulire e spazzare i camini e per la pulizia dei pavimenti delle macellerie mentre i semi della pianta erano utilizzati come succedaneo del caffè.
In cucina, i giovani germogli, una volta cotti, rubano la scena agli asparagi nelle frittate anche se il sapore è lievemente più amaro.

Specie protetta
Da sempre utilizzato come addobbo natalizio e per le feste di fine anno con significato beneaugurale, tale uso purtroppo, è degenerato in un commercio incontrollato e così il pungitopo è considerato ad oggi una specie di interesse comunitario compresa nell’elenco delle specie dell’Allegato E del D.P.R. 357/97 (Direttiva Habitat 92/43/CEE), che ne vieta assolutamente la sua raccolta in molte regioni italiane, compreso il Lazio.

A cura di Fabiano Ermini e Roberta Zirone dell’Associazione Hortus Simplicium

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