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L’assenzio

Il suo nome deriva dal greco e significa “privo di dolcezza”, il suo sapore lo ha infatti trasformato nell’archetipo dell’amarezza, tant’è vero che si dice: “È un assenzio” ma malgrado il suo sapore possiede notevoli proprietà

L’Artemisia absinthium L. appartiene alla famiglia delle Asteraceae. Nativo delle regioni marittime dell’Europa, l’assenzio è coltivato in tutte le regioni temperate del mondo. In Italia cresce spontaneo nei margini stradali, negli incolti aridi, prediligendo posizioni molto assolate dai 0 ai 1100 metri sul livello del mare.

Descrizione
L’assenzio è una specie erbacea perenne con portamento cespuglioso che può arrivare perfino ad un metro di altezza. Il fusto è eretto, ramificato, legnoso alla base, ricoperto da peli sericei. Le foglie sono alterne, di cui quelle basali con picciolo lungo fino a dieci centimetri, tripennatosette, con segmenti arrotondati all’apice; le foglie cauline minori sono subsessili e lunghe quattro centimetri. Entrambe le superfici fogliari sono coperte da peluria setosa, sottile e bianca. La fioritura avviene da agosto a settembre e si manifesta con un’infiorescenza a pannocchia terminale e fogliosa più o meno unilaterale, costituita dai trenta ai sessanta capolini emisferici i cui fiori sono piccoli, quasi globulari, senza pappo, di colore giallo-bruno. Il frutto è un achenio glabro, privo di pappo, di forma ellissoide-compressa.

Utilizzi
L’assenzio rappresenta un eccellente esempio di quanto una pianta possa essere complessa e sfaccettata. Fin dai tempi antichi era apprezzato per le sue proprietà terapeutiche, è infatti antisettica, digestiva, stimolante, tonica e vermifuga. Per uso esterno, il suo decotto, è un buon antisettico per medicare piaghe ed ulcere. Utilizzato in piccole dosi costituisce un rimedio molto efficace per individui con problemi digestivi come ipocloridria, aiutando a mantenere una digestione sana ed attiva, aumentando l’abilità del tratto digerente a resistere alle infezioni ed ai parassiti e favorendo il ritorno alla normalità dopo malattie prolungate e debilitanti. Può essere assunto durante le malattie infettive ed in combinazione con altre piante costituisce un buon rimedio per le infezioni dissenteriche.
È un ottimo insetticida e repellente per insetti, basta riporre delle fronde essiccate in cassetti e guardaroba per scacciare le tarme. Risulta essere fortemente emmenagogo e si utilizza a breve termine per stimolare le mestruazioni.
Malgrado le sue capacità però i suoi preparati sono controindicati nel trattamento delle ulcere gastriche ed intestinali oltre che in gravidanza e durante l’allattamento.

A cura di Fabiano Ermini e Roberta Zirone dell’Associazione Hortus Simplicum

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