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Il Canto delle Creature apre l’attesa per la Valle del Primo Presepe

Al completo gli spazi sotto le volte del Palazzo Papale per il "Canto delle Creature" proposto dai Solisti dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica, un concerto che apre la strada verso l'edizione 2022 della Valle del Primo Presepe

C’è la poesia di san Francesco ad ispirare il nuovo spettacolo musicale scritto da Ambrogio Sparagna e Davide Rondoni. I Solisti dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma sono stati premiati dagli applausi del pubblico che, la sera del 10 settembre, si è ritrovato sotto gli archi del Palazzo Papale di Rieti per assistere al Canto delle Creature, concerto proposto in anteprima come tappa di avvicinamento alla prossima edizione della Valle del Primo Presepe, in programma dal 26 novembre.

Lo schema è quello già sperimentato in passato: l’apertura di un dialogo tra musica e parole, tra dimensione dotta e popolare, garantita dall’energia delle esecuzioni su strumenti tradizionali, talvolta unici, dai quali musicisti sanno ricavare un muro di suono trascinante, ma anche atmosfere più intime e delicate.

Affiancando un repertorio consolidato, ma rielaborato, a nuove composizioni, gli autori sono andati ad indagare, attraverso i canti, sul rapporto tra uomo, natura e Dio, sottolineando ciò che san Francesco colse di più originale e moderno: che non c’è contrapposizione o esclusione tra creatura e creatore, né va rifiutato il mondo per avvicinarsi a Dio. Al contrario, la Terra, è ciò che mette a contatto con il Cielo, e dunque va vissuta, amata, compresa: Laudato sie mi’ Signore, cum tucte le tue creature.

Su quel “cum” ha ricordato Rondoni negli intermezzi narrativi che fanno da contrappunto al canto, c’è forse la chiave di una svolta nella storia dell’Europa, avvenuta mentre il continente stava scivolando sul piano inclinato dell’eresia, di un clima religioso radicale e chiuso, potenzialmente violento.

Quella proposta da Francesco è al contrario un’apertura alla vita e alla gioia del mondo. È un invito a conformarsi all’imperativo dei salmi: Lodatelo con il suono del corno, con l’arpa e la cetra, con tamburelli e danze, sulle corde e con i flauti, con cimbali sonori e con cimbali squillanti. Sparagna e i suoi aggiungono l’organetto, le ciaramelle, la ghironda, la chitarra e le voci. Tra queste, quella potente di Raffaello Simeoni che invoca la benevolenza del cielo e fa salire la lode per Chi fece il mondo. Un verso che si ritrova uguale in ogni tradizione popolare, ha ricordato Sparagna allargando l’Ogni vivente dia lode al Signore dallo spazio richiesto dalla molteplicità dei viventi, al tempo lungo che dal giorno della creazione porta al presente, alla forza che sostiene la storia. Un cerchio chiuso dal bis, cantando L’amor che move il sole e l’altre stelle e che riprende anche la sotterranea relazione poetica tra Dante e san Francesco già frequentata lo scorso anno per l’evento Oh ignota ricchezza! legato al Dantedì.

Prima del bis, è intervenuto il vescovo Domenico, ricordando che il Cantico delle Creature rappresenta la punta di diamante di quel genio religioso che è stato san Francesco, e i canti appena ascoltati una sorta di prologo dell’ottavo centenario della Regola di Fonte Colombo e del primo presepe di Greccio, la cui ricorrenza è nel 2023, e apre la strada ad un ciclo che passando dalla memoria delle stimmate, che sarà vissuta a La Verna nel 2024, conduce alla Pasqua del santo, che sarà celebrata ad Assisi nel 2026. Un ideale triangolo francescano che vede nella Valle Santa uno dei vertici e forse l’immagine più autentica di chi fu e cosa davvero fece Francesco.

Il progetto della Valle del Primo Presepe è promosso dalla Chiesa di Rieti e dalla Provincia di San Bonaventura dei Frati Minori con i Comuni di Greccio e Rieti, il sostegno della Regione Lazio e della Fondazione Varrone e la collaborazione dell’Associazione Italiana Amici del Presepio.

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